In vista dell’approvazione del nuovo reclutamento (Finanziaria 2019, art. 58), l’Associazione MSA comparto scuola, in collaborazione con i legali Aldo Esposito e Ciro Santonicola, illustra la strategia per la stabilizzazione dei precari di seconda e terza fascia, con almeno 3 contratti su posto vacante.
Il piano straordinario di immissione in ruolo, previsto dalla Legge 107 del 2015, si è posto l’obiettivo di stabilizzare tutti coloro inseriti in GAE. Tuttavia, questa riforma che è stata pubblicizzata come la soluzione al problema precariato, in realtà ha risolto solo in parte la difficile situazione in cui versa la scuola italiana. I docenti di seconda e terza fascia, infatti, non hanno potuto aderire a questo piano di stabilizzazione. Ora, se i docenti abilitati hanno potuto partecipare o parteciperanno ai concorsi straordinari non selettivi, lo stesso non può dirsi per gli insegnanti inseriti in terza fascia d’Istituto, per i quali non è stata prevista alcuna stabilizzazione. Inoltre, secondo quanto contenuto nella bozza del DEF. (Documento di economia e finanza) in merito alla scuola secondaria di primo e di secondo grado, la rinnovata fase transitoria, all’esame del Parlamento, funzionale alle prossime immissioni in ruolo, prevede un “concorso selettivo” che destina, quale quota di riserva, solamente il 10% sui posti messi a bando a coloro che abbiano sottoscritto reiterati contratti al 30 giugno (presso scuole statali).
“Riteniamo assurdo che non venga prevista alcuna forma di stabilizzazione lavorativa per i docenti di terza fascia, molti dei quali hanno alle spalle anni di esperienza maturata sul campo. Inoltre, non ci sembra corretto che vengano chiamati a ricoprire incarichi di supplenza su cattedre vacanti e disponibili entro la data del 31 dicembre, con contratti al 30 giugno anziché al 31 agosto, presa di posizione questa assolutamente immotivata. Non ha alcun senso differenziare i contratti tra quelli conferiti in organico di fatto e quelli assegnati in organico di diritto, poiché si tratta di docenti che svolgono le medesime mansioni a prescindere dal contratto. MSA intende agire a favore di questa categoria di docenti, denunciando il danno da precariato, al cospetto delle singole magistrature del lavoro e richiedendo la conversione del rapporto di lavoro a termine in contratto a tempo indeterminato, attraverso ricorsi mirati” commenta il Prof. Luciano Scandura, responsabile del comparto scuola MSA.
Al fine di procedere con un’azione mirata a tutela dei docenti precari, il primo passo da fare è domandare attestazione, a cura delle singole scuole, in merito alla natura del posto, “vacante e non”, ricoperto dal precario, per tutti gli anni scolastici in cui si è prestato servizio, su spezzoni superiori alle 6 ore, con scadenza al 30 giugno. Successivamente, allegando la prova di aver ricoperto posti vacanti (in assenza di titolare) a seguito di reiterati contratti a termine, sarà possibile invocare la conversione del contratto, senza la necessaria sottoposizione ad una selezione concorsuale che collocherebbe, sullo stesso piano, i docenti con servizio ed i neolaureati.
Invitiamo tutti i docenti precari a prendere parte a questa importante iniziativa, inviando domanda di accesso agli atti (predisposta dai legali) alle singole scuole in cui hanno svolto un servizio al 30 giugno su posto vacante e disponibile al fine di accertare la natura dell’incarico di docenza ricoperto e, una volta ricevuta risposta dall’Amministrazione, volercelo comunicare via mail all’indirizzo msa@msaservice.it, indicando proprio nome e cognome e numero telefonico.
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